Rito Laico
Celebrare la vita umana senza religione

La scelta delle letture per un funerale laico

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Quali sono gli elementi che rendono un brano adatto per l'utilizzo nella cerimonia funebre? Innanzitutto scartiamo un primo concetto: non si cerca necessariamente né una qualità letteraria particolare, tanto meno una forma aulica o ricercata. La cerimonia serve per accomiatarsi da una persona cara, e le letture devono contribuire a questo scopo. Se un particolare testo viene giudicato 'bello e profondo' da esperti in letteratura, ma non è comprensibile ai parenti, non serve.
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Liberiamoci anche da una seconda idea: non servono soltanto testi che parlano della morte- infatti, la maggiore parte dei brani letterari che parlano della morte è poco adatta alla lettura nel rito funebre. Tali testi sono stati scritti per altri momenti, e destinati ad pubblico diverso dal nostro.

Allora, qual'è il testo giusto? Prima di tutto, tenendo conto che leggere 120 parole necessita circa un minuto, non sarà molto lungo; per questo a volte potrebbe essere il caso di scegliere soltanto le parti che si ritengono appropriate di un pezzo molto più lungo.

Il testo può provenire da una qualunque fonte, anche non letteraria. A volte, i parenti chiedono la lettura di brani di cui il defunto è l'autore, a volte un parente o amico scrive qualche riga in memoriam.

Sono spesso molto apprezzati infatti i testi delle canzoni, proprio perché sono conosciuti e si esprimono in modo sintetico e comprensibile.

La poesia può essere certamente fonte di tante letture evocative, come anche la prosa. Sarebbe particolarmente apprezzato un testo su un argomento che interessava il dipartito, se lo si riesce a reperire.

Brani che, a prima vista, potrebbero sembrare poco appropriati non vanno scartati a priori: acquisiranno pregnanza e significato dal contesto stesso della cerimonia funebre. Un esempio illustrerà questa idea: l'autore ha celebrato il funerale di una persona che amava sia la musica rock, che la barca a vela. Il brano scelto, un testo del cantante americano Tom Waits, compendiava questi tre elementi -musica, vela, funerale. Nelle intenzione del suo autore il testo della canzone parlava solo della navigazione a vela - ma il suo utilizzo nel momento del commiato dava luogo ad una lettura piuttosto diversa. In parte, il testo recita:

Vado via. È ora di salpare.
Soffia il vento, le vele sono gonfie.
Allora saluto gli amici e navigo via verso orizzonti ignoti.

Il dialetto

Una lettura in dialetto può essere particolarmente apprezzata ed efficace. Per l'autore, i dialetti locali hanno assolutamente pari dignità rispetto alla lingua nazionale, e in più riescono spesso a esprimere una maggiore intimità. Il seguente brano, tratto da una canzone tradizionale siciliana, è stato fatto ascoltare durante una cerimonia di commiato per un noto musicista e musicologo di Catania, e illustra bene questo concetto:

Oh quantu è bella l'aria,
Oh quantu è bella l'aria di lu mari;
Cori nun mi nni runa di partiri

E fammi la ninna, la ninna, la vo'
E fammi la ninna, la ninna, la ninna la vo'

[Oh quanto è bella l'aria,
Oh quanto è bella l'aria del mare;
Mi fa passare la voglia di andar via
E fammi la ninna nanna
E fammi la ninna nanna]

Semu pisati alla stissa vilanza
Tra tia e mia nun c'è differenza

[Siamo stati pesati alla stessa bilancia
Tra noi due non c'è differenza]

Una parola di cautela: se il celebrante non si sente abbastanza padrone della pronuncia dialettale, per non cadere nel ridicolo potrà sempre chiedere che un eventuale brano in lingua locale venga letto da una persona più competente. Se costui non sarà tra i partecipanti al funerale, è il caso di registrare il brano prima della cerimonia, per farlo sentire come se fosse un pezzo di musica.

(tratto da Funerali senza dio, cap. 11)

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